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Conferenze
Uno zaino di libri
Palazzo Ricci - Finalborgo, Venerdì 31 Novembre - Ore 21,00
Prosegue la rassegna organizzata dalla Sezione Cai di Finale Ligure con il patrocinio della città di Finale Ligure e del GISM e la collaborazione con la Biblioteca Mediateca Finalese, “Uno zaino di libri”, dedicata all'incontro con scrittori e appassionati di montagna che hanno impresso la loro passione tra le righe di un libro o tra le immagini dei loro reportage fotografici oppure ancora tra le parole dei loro racconti per poi condividerle con coloro che avranno voglia di trascorrere una serata in loro compagnia. L’appuntamento è con Enrico Pelos, fotofgrafo freelancer che presenterà venerdì 31 Ottobre alle ore 21,00 a Palazzo Ricci a Finalbrogo la sua guida sui sentieri del levante ligure.
La rassegna nasce da un'idea di alcuni soci con l'intenzione di promuovere la conoscenza del nostro territorio, sia dal punto di vista naturalistico ambientale che storico culturale, alla scoperta di angoli nascosti, paesi perduti e storie da raccontare e vuole diventare un appuntamento fisso e ogni anno portare, coloro che varranno partecipare, alla scoperta di nuovi paesaggi e di differenti realtà sociali. Sono stati già ospiti della rassegna Enrico Camanni, scrittore e alpinista, che ha presentato il suo ultimo lavoro sulla filosofia dell'arrampicata ed un secondo libro una raccolta di episodi che hanno caratterizzato la vita dei soldati sul fronte austriaco durante la grande guerra e Christian Roccati, scrittore, alpinista, atleta, che ha presentato due differenti lavori, una guida con percorsi per ciaspole in Valle d'Aosta e l'ultima sua pubblicazione, un'autobiografia del Christian atleta. Ingresso libero
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Conferenze
Nuovo record
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Sabato 23 Aprile - ore 17,00 Sala Gallesio - Finalmarina
Presentazione del Quaderno n. 5 dell'Associazione “E. Celesia” Amici della Biblioteca “Il grattacielo di Finale” di Bruno Poggi
Dall'introduzione dell'autore: “Abbiamo la fortuna di vivere in una città dove la Storia ha lasciato evidenti tracce del suo passaggio. Ogni Chiesa, pietra, strada, arco, monumento ci ricordano ogni giorno il nostro illustre passato. Ci sono poi delle storie, magari più piccole, più recenti, che potrebbero essere dimenticate, se non cerchiamo di lasciarne anche modesta documentazione scritta. Una di queste è quella del Palazzo, posto a metà circa della Via Brunenghi, che si distingue dagli altri, per lo stile architettonico, ma sopratutto per l'imponenza. In un contesto nel quale, prevalentemente, le costruzioni non superano i quattro piani, esso svetta, verso il cielo, con la sua altezza, per la città fuori dal comune, di circa quaranta metri. Nella vulgata popolare è chiamato semplicemente “il Grattacielo”, altri lo chiamano, più correttamente, Palazzo Vela, in origine, vedremo sarà denominato “ Casa a Vela”, sicuramente per il suo stile. La zona, definiamola del Quadrilatero, compresa tra Nord e Sud, cioè tra il Borgo e la Ferrovia, e tra Levante e Ponente, tra Via Brunenghi ed il fiume Pora, senza soluzione di continuità, era una distesa di orti, rotti qua e la da alcune, rare costruzioni, e da piccoli volumi tecnici e precari, al servizio dei contadini che vi lavoravano la terra. La Via Dante non esisteva ancora, e verrà costruita sul finire degli anni '70. Facile intuire che con la fine della guerra, e la necessità di costruire abitazioni per sostituire quelle vecchie e fatiscenti, non più adeguate al vivere civile, di sostituire quelle distrutte o danneggiate dagli eventi bellici, sarebbe divenuta una zona ad alta espansione edilizia. Non solo, ma negli anni la nostra città ebbe un considerevole aumento della popolazione, basti pensare che al Censimento del 1931 i cittadini erano 9.851, nel 1936: 10.487; per diventare 11.065 nel 1951, 12.823 nel 1961 ed infine, senza voler andare troppo avanti, 13.079 nel 1971, si raggiunge il massimo nel 1977 con 14.339 abitanti; da quel momento inizierà il fenomeno inverso del decremento abitativo (censimento 1981: 13.613 abitanti). In larga parte questo sviluppo demografico, che interessa l'intera Liguria, sarà per effetto dell'intenso sviluppo dell'urbanesimo, che riguarderà quasi totalmente la zona costiera; ed a Finale Ligure è strettamente legato al potenziamento della fabbrica Piaggio. A tutta questa gente bisognava dare risposte, ed anche se dopo il secondo conflitto fu costruito molto, all'Amministrazione Comunale del tempo, non parve sufficiente. Procedendo a rilento la costruzione di case di tipo popolare, venne quindi l'idea di costruire una casa, di proprietà comunale, da dare in locazione, con patto di futura vendita. Narrano le leggende metropolitane che il Sindaco Migliorini, primo ed autorevole fautore dell'iniziativa, fosse intenzionato a trasformare Finale in una piccola New York e che andasse ipotizzando, e sperando, case di questo tipo di costruirne più d'una. Vedremo quindi, passo dopo passo, tutta l'evoluzione della progettazione, costruzione, assegnazione, amministrazione e riscatto del Grattacielo di Finale".
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